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gruppo di donne bendate
6 Aprile 2020

El violador eres tu

South America Cile, Flash mob, Las Tesis, Violenza contro le donne

di Federica Bellucci

Tempo di lettura 4'

È il titolo della canzone che accompagna il grido di rabbia e di indignazione delle donne cilene. Una canzone scritta da “Las Tesis” un piccolo collettivo di femministe che sono riuscite a “trasportarla” nel corpo di ogni donna in modo così intenso che ciascuna è riuscita a gridare contro le violenze e le sconcertanti umiliazioni subite.

Umiliazioni che spesso trovano il colpevole nel corpo di polizia cileno che dovrebbe proteggerle e farle sentire al sicuro. Sì “al sicuro”, parola che queste donne difficilmente pronunciano e che quasi non conoscono. Come possono sentirsi al sicuro o pensare solo di esserlo, quando chi le dovrebbe proteggere è colui che più le fa sentire indifese?

Le donne cilene hanno trovato la forza, la loro voce sta dando coraggio e tutte le donne del mondo hanno cominciato a parlare di loro, chiedendo solamente uguaglianza di sessi. Concetti e parole semplici, quasi mai messe in atto in Cile.

Vengono denunciati gli atti di violenza sessuale, descritti nella loro atrocità e disumanità, vengono portate alla luce questioni che non hanno avuto un peso nella società e nelle abitudini del paese, situazioni rimaste per troppo tempo impunite con molestatori che si sono approfittati delle loro vittime innocenti lasciando segni indelebili nelle loro vite.

Il nome stesso di “donna” è stato nascosto nel buio, lasciato marcire insieme a corpi pieni di segni, calpestato per primo dalle autorità e minacciato da un qualunque uomo.

Insultare una donna e farla sentire come un oggetto è una violenza per lo spirito e per la dignità di una persona. Essere derisa, insultata, picchiata, considerata e trattata da inferiore è un macigno incomprensibile che le donne spesso si portano con sé: “le parole fanno più male di mille coltelli” dice il proverbio.

La canzone esprime, inoltre, la voglia delle donne a non sentirsi oppresse e ostacolate dall’insicurezza dell’uomo. È un urlo di rabbia, di forza, di coraggio nel mostrarsi più forti di qualsiasi violazione.

Ma esprime anche la speranza che, in un futuro non troppo lontano, tutto ciò sia solo testimonianza di atti passati e non più presenti in una società nuova.

Questo flash mob, a cui hanno partecipato migliaia di donne, molte delle quali bendate, ha avuto una diffusione impressionante. È iniziato a Santiago in occasione del Giorno internazionale dell’eliminazione della violenza contro le donne, per poi espandersi e deflagrare in ogni dove grazie alla cassa di risonanza offerta dai Social.

Questo ha fatto sì che è stata cantata in tutte le località, Londra, Parigi, Madrid, Barcellona, Berlino, Stoccolma, Ankara, Istanbul, New Delhi, New York, Montreal, e in moltissime città del Sud e Centro America. Anche in Italia ci sono stati flash mob a Milano, a Bologna, a Roma e a Napoli.

Da qui possiamo riflettere quanto le donne siano importanti per la nostra vita, domandarci se davvero cambierà qualcosa, e se davvero tutto potrà vivere su un equilibrio fatto di pari sessi e pari diritti.

IMMAGINE
dal video https://www.youtube.com/watch?v=GF5WnTnPqMs

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