Di chi è il gas italiano?
di Valerio Ambriola
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Geograficamente le riserve di gas dell’area del Mediterraneo allargato[1] si trovano in 57 Stati dell’area, il 75% del gas a livello mondiale. L’Italia importa il 95% del Gas e sebbene il Paese ha delle piccole riserve la strategia fino a qui seguita è quella di uno sfruttamento controllato così da bilanciarlo con lo sviluppo del Paese. Ma di chi è la proprietà dei maggiori asset per il trasporto di questa risorsa? Sia in forma liquida che gassosa lo spostamento delle risorse costituisce un importante condizionamento strategico. Infatti, partendo dai gasdotti è bene evidenziare quanto le nazioni attraversate dai tubi hanno un potere contrattuale superiore dalle altre, possedere una quota o la maggioranza azionaria del sistema dei trasporti è un’ulteriore incentivo alla sicurezza dell’approvvigionamento. Un esempio emblematico fu quando si pensava alla realizzazione del South Stream e il Generale Giuseppe Cucchi disse: “Quanto alla Germania, basta accennare a come nel settore energetico con la mano destra blocchi la costruzione del gasdotto South Stream, che sarebbe dovuto passare per l’Italia, mentre con la sinistra propizi il raddoppio di Nord Stream, in terra tedesca”[2]. La dipendenza italiana dai gasdotti ha portato il Paese a mettere in campo delle difese intelligenti nel corso degli anni. Un esempio che fa scuola è il caso del Trans Austria Gas pipeline, un gasdotto fondamentale per la sopravvivenza energetica italiana, lungo circa 380 chilometri, che importa gas dalla Russia e che rappresenta una struttura strategica del corridoio energetico europeo est-ovest.[3] Nel 2014 Snam acquisisce l’intera partecipazione in TAG detenuta da CDP GAS, pari al 84,47% del capitale sociale, cui spetta l’89,22% dei diritti economici.[4]
Sul versante Sud, il nodo gassoso più importante è certamente il Greenstream, attivo dal 2004. Il gasdotto proviene da dalla Libia lungo 520 km che arriva a Gela. è il gasdotto più lungo nel mar mediterraneo e raggiunge una profondità di quasi 1.200 metri. Anche in questo caso l’asset è “messo in sicurezza”, infatti il Greenstream è di proprietà della società omonima, partecipata da Eni North Africa BV (società di Eni S.p.a.) che detiene il 50% e NOC (National Oil Corporation) che detiene il 50%. Per altro la stessa posa dei tubi è stata affidata interamente a Saipem.
Altro gasdotto degno di nota e controllato dalle aziende italiane è il Transmed, gestito da una società mista con partecipazione azionaria paritetica (50% - 50%) della società italiana Eni S.p.A. e della società algerina Sonatrach a questo gasdotto dall'Africa arriva anche la conduttura Transmed (lungo 2.000 km) che collega l'Algeria all'Italia attraversando la Tunisia fino a Mazara del Vallo.
Gli altri gasdotti se pur importanti hanno un impatto strategico minore.
Merita in ultimo una citazione il TAP, Trans Adriatic Pipeline, che è parte del Corridoio Meridionale del Gas, che trasporta in Europa il gas naturale del giacimento di Shah Deniz II in Azerbaijan. Il TAP attraversa il nord della Grecia, l’Albania e il Mare Adriatico prima di approdare nel sud Italia, in Puglia, dove si connette alla rete di distribuzione italiana del gas. L’azionariato TAP è composto dall'inglese BP (20%), dalla azera SOCAR (20%), dall'italiana Snam S.p.A. (20%), dalla belga Fluxys (19%), dalla spagnola Enagás (16%), e Axpo che detiene il (5%). Anche se più frazionato il pacchetto azionario è per il 25% italiano. Lo scopo di TAP in fondo non è certo l’aumento dell’approvvigionamento energetico ma piuttosto l’inizio di una diversificazione delle fonti, molto apprezzata dalle forze occidentali poiché segnala alla Russia che l’Europa sceglie il mercato russo ma non è obbligata a farlo.
Il GNL contribuisce alla fornitura nazionale generale di gas per circa il 10%[5]. Sufficiente per parlare di diversificazione ma non abbastanza per minacciare un cambio repentino di forniture. Il Qatar rappresenta il fornitore principale di GNL in Italia. Non a caso la compagnia qatariota, Quatar Petroleum partecipa al Terminale GNL Adriatico con una quota pari al 22%. La prima è l’americana ExxonMobil 70,7% ed in fine l’italiana Snam con il 7,3%[6].
Il Rigassificatore di Panigaglia GNL Italia totalmente controllato dalla società del gruppo Snam[7] ed infine il rigassificatore di Livorno controllato al 46,79% dalla tedesca E.ON, al 46,79% dall’italiana Iren compresa la quota del 5,08% di ASA Livorno, il 3,73% di OLT Energy Toscana - gruppo Belleli e il 2,69% Golar Offshore Toscana[8].
Al netto di ciò lo si legge distintamente nella “relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2019”, l’importanza del GNL che a fronte della dipendenza strutturale dalle forniture estere, “la sicurezza energetica nazionale è garantita da un’ampia e diversificata dotazione infrastrutturale, in termini sia di stoccaggio sia di capacità di importazione. In questo quadro, un ruolo particolarmente rilevante è giocato dai terminali di rigassifcazione del gas naturale liquefatto (GNL): questi, a differenza dei gasdotti, non essendo vincolati ad un singolo produttore, consentono di sostituire un flusso laddove ragioni di necessità o di convenienza economica ciò consiglino e rappresentano inoltre piccole unità di stoccaggio utilizzabili, oltre che nell’importazione, anche nella gestione dei flussi di emergenza”.[9]
Bibliografia
- [1] Sebbene il concetto di Mediterraneo Allargato non sia paradigmatica, facciamo riferimento a quell’aerea geografica che va dal polo nord al golfo di Guinea e dal golfo di Guinea all’Oceano Indiano.
- [2] https://www.eni.com/it-IT/scenari-energetici/gasdotti-europa.html
- [3] https://www.taggmbh.at/das-unternehmen/tag-gmbh/
- [4]https://www.cdp.it/sitointernet/page/en/cdp_acquisition_of_holding_in_tag_completed?contentId=CSA10891
- [5] https://www.cdp.it/sitointernet/page/it/gas_naturale?contentId=TNK30228
- [6] https://www.adriaticlng.it/it/azienda/gli-azionisti
- [7] https://www.snam.it/it/chi-siamo/infrastrutture-snam/rigassificazione
- [8] https://www.oltoffshore.it
- [9] https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/wp-content/uploads/2020/03/RELAZIONE-ANNUALE-2019-4.pdf
- [10] https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/wp-content/uploads/2020/03/RELAZIONE-ANNUALE-2019-4.pdf
Immagine: Trans Adriatic Gas Pipeline Map
Autore: Genti77
CC BY-SA 3.0
**immagine ritagliata per motivi grafici