Il nostro peso
di Juan Felicioni
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La pandemia che ha caratterizzato questi anni ha colpito numerose persone nel mondo. Proprio per accompagnare quella che sarà la ripresa da questi eventi, sta riprendendo centralità nella discussione pubblica il tema dello Sviluppo Sostenibile. Come teorizzò Amartya Sen, è la Persona, l’uomo, che si trova al centro dello sviluppo sostenibile e principale protagonista sia delle sue azioni che dei suoi effetti. Allora in tempo di ripresa, una domanda interessante è: “ma quanti siamo?”
La risposta a tale quesito presenta numeri che non vanno sottovalutati: ad oggi, la Popolazione mondiale si attesta intorno ai 7.8 miliardi. Si stima che nel 2030 il numero salirà ancora fino ai 8.6 miliardi, per arrivare a quasi 10 miliardi nel 2050. Dal 1994 al 2019 la popolazione è aumentata di 2 miliardi circa.
Nonostante queste previsioni, va sottolineato come il tasso di crescita invece stia scendendo. Nel 1970 (quando la popolazione mondiale era pari a 3.7 miliardi), la popolazione cresceva del 2,1% ogni anno, in seguito, questa crescita ha iniziato subire forte rallentamento, arrivando a scendere sotto il 1,1% annuale nel periodo 2015-2020.
Ad aumentare l’allarmismo per questi numeri, è la loro disposizione non omogenea tra tutti i paesi e zone del mondo. È stato stimato che il 52% della popolazione aggiunta prevista per il 2050 sarà localizzata nei paesi dell’Africa Subsahariana, e un 25% concentrato in Asia Centrale e del Sud.
Secondo queste previsioni, proprio l’Africa subsahariana potrebbe arrivare a diventare la regione (intesa come SDG Region) più popolosa al mondo.
Non è questa la sede per elencare ulteriori dati e analisi di diversi report delle Nazioni Unite, di cui personalmente consiglio come letture (anche sotto l’ombrellone). Tuttavia, è facile comprendere la portata di questi pochi numeri elencati. Fenomeno con il quale la politica, in tutti i suoi livelli (locale, nazionale e internazionale), dovrà confrontarsi. Innanzitutto, questo aumento della popolazione viaggia in parallelo all’aumento percentuale della popolazione all’interno delle città, con una prospettiva di più del 55% della popolazione mondiale che risiederà nei centri urbani nel 2050. Un collegamento automatico su questo fronte è la lotta e gestione delle pandemie, infatti più del 90% dei casi di Covid-19 sono stati registrati in aree urbane.
La politica, così come la società, ha la necessità di reinventare la Città, e tutti i suoi aspetti interconnessi (trasporti, gestione dei rifiuti e sovraffollamento, giusto per dirne alcuni). Almeno su questo fronte, l’opinione pubblica e la politica sembrano esserne un minimo consapevoli.
Elemento invece che rischia di passare in secondo piano rispetto all’intero quadro, è l’aumento esponenziale della popolazione nell’Africa subsahariana. Questo potrebbe influenzare il fenomeno delle migrazioni, così come la stabilità dell’area e le sue migrazioni interne al continente. Soprattutto quando la pandemia rallenta l’andamento della cooperazione e dello sviluppo dei nostri vicini.
CONCLUSIONI
Siamo tanti e saremo di più. Iniziamo a pensarci seriamente.
Bibliografia:
- Population prospects tables 2019, Table A.2, United Nations | Department of Economics and Social Affairs
- World Population Prospects 2019 Highlights, United Natios | Department of Economic and Social Affairs
- The Sustainable Development Goals Report 2020, United Nations
FOTO
Immagine: Where’s Wally World Record, 18 June 2011
Autore: William Murphy from Dublin, Ireland
CC BY SA 2.0