Interessi cinesi in Myanmar
di Mattia Paterlini
Tempo di lettura 5'
La Cina è partner economico fondamentale per il Myanmar a partire dal 2010. Anno nel quale avvenne il sorpasso negli Investimenti Diretti Esteri (IDE) nei confronti di Tailandia e Singapore. Ciò dato dalla presenza di diversi fattori, quali la vicinanza geografica, la sempre maggiore importanza geo-strategica del paese per il colosso asiatico e lo scarso interesse di Pechino verso la forma di governo presente nel paese, purché in grado di soddisfare le richieste del Partito Comunista Cinese (CCP)[1]. La politica cinese definita in "una nazione, due oceani" e la strategia dello Yunnan come "Testa di ponte" prevedeva che il Myanmar fornisse l'accesso al mare attraverso gasdotti e oleodotti, porti in alto mare, strutture di attracco navale e trasporti per lo Yunnan[2]. La provincia dello Yunnan, attraverso la sua rete meridionale, insieme alla China Power International intravide nello Stato Kachin una fonte per ampie forniture idroelettriche per la provincia cinese senza sbocco sul mare. Gli accordi vennero firmati dal generale Than Shwe senza consultazione con i Kachin, nel cui Stato sarebbero sorti la maggior parte dei siti idroelettrici.
Nonostante gli investimenti cinesi fossero ammontati a circa 20 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2010-11, si registrò una flessione negativa negli IDE cinesi in Myanmar negli anni seguenti. Questi sono ammontanti a soli 407 milioni di dollari nell'anno fiscale 2012/2013, su un totale di 1,42 miliardi di IDE. Flessione causata dalle riforme politiche attuate a partire dal 2011, dal nuovo governo Thein Sein, che ebbero un impatto sostanziale sui progetti cinesi, causando un rapido declino degli investimenti cinesi[3]. I tre maggiori investimenti cinesi in Myanmar: la diga di Myitsone, la miniera di rame di Letpadaung e gli oleodotti e gasdotti Cino-Myanmar - stimati per un valore complessivo di 8 miliardi - scatenarono l'opposizione locale e le critiche riguardanti la condivisione degli utili, il danno ambientale, il trasferimento coatto della popolazione ed l’accaparramento delle terre, creando problemi e incertezze per gli investitori cinesi
Particolari tensioni vennero riportate nello studio condotto dalla Harvard University sulle relazioni tra Cina e Myanmar nello Stato Kachin. Nelle interviste, riportate nel documento, condotte a funzionari della Kachin Independence Organization (KIO), i ricercatori notarono che la popolazione Kachin fosse più radicale dell'esercito Kachin (KIA) e della leadership dello Stato, che include 8.000 soldati regolari Kachin e decine di migliaia di membri della milizia locale armata. La persistente tensione, portò la Cina a fermare la costruzione di dighe, anche dove era ancora permesso. I lavoratori cinesi divennero il bersaglio di una popolazione che si opponeva alle scelte scellerate della giunta e alla repressione violenta [4].
La Cina percepì pertanto che il Myanmar era diventato un luogo più ostile e rischioso per investire. In una mossa per ottenere una maggiore accettazione dei suoi investimenti nel paese, la Cina iniziò a migliorare i suoi programmi di condivisione degli utili, i programmi ambientali e di responsabilità sociale delle imprese nel paese. La riduzione degli investimenti cinesi in Myanmar, in assenza di pari investimenti internazionali nei settori strutturali dell’economia, necessari all’industrializzazione, avrebbero potuto danneggiare l'economia del Myanmar.
Un grande ostacolo all'industrializzazione del Myanmar era rappresentato dalle inadeguate ed arretrate infrastrutture caratterizzate dalla carenza di elettricità e da un sistema di trasmissione elettrica inadeguato, insieme a una scarsa rete stradale di trasporto nazionale su gomma. A tal riguardo la produzione elettrica nel paese subì tuttavia una positiva crescita pari al 47% tra il 2008 ed il 2012, con una crescita del 13,7% annuo. La produzione arrivò a 9,711 milioni di kWatt nell’anno 2011/2012, con un rapporto, tuttavia, di soli 150 kWatt/ora per capita[5]. La fornitura rappresentava solo meno della metà della domanda prevista, e solamente meno di un quarto della popolazione aveva accesso all'elettricità nel 2011.
In quelle aree la presenza di investitori cinesi avrebbe potuto fornire un contributo chiave. In tal senso, la diminuzione degli investimenti cinesi avrebbe portato alla riduzione della velocità e della portata dello sviluppo economico del Myanmar, se non si fosse presentata una sostituzione tempestiva del capitale cinese. Molti investitori stranieri tuttavia erano scoraggiati dall'ambiente volatile degli investimenti nel Myanmar.
Il progetto principale che venne bloccato dal nuovo governo Thein Sein, riguardava la diga di Myitsone. La diga era stata pianificata per un'area culturalmente e ambientalmente sensibile, vicina a una zona altamente sismica. Anche le condizioni dell'investimento erano scarse. Esse fornivano benefici limitati al Myanmar ed allo Stato Kachin. La Myitsone è solo una delle sette dighe pianificate nello stato Kachin e concordate sotto il precedente regime. I politici del Myanmar, intervistati dalla Harvard University, dichiararono che sarebbe stato molto pericoloso per un politico eletto sostenere la costruzione di qualsiasi diga cinese, perché si era di fronte allo sfruttamento delle risorse locali.
Il governo Thein Sein a fronte delle contestazioni locali e nazionali a tutela dell’ambiente, rinegoziò il contratto con i partner della UMEH e Wanbao Mining appena due anni dopo che la società cinese aveva impiegato quasi 1 miliardo di dollari per aumentare la produzione della miniera del 150%. Il nuovo contratto ridusse la quota di Wanbao Mining dal 49% al 30% dei profitti. In seguito poi Naypyitaw sospese la costruzione della diga di Myitsone - che prevedeva investimenti totali per 3,5 miliardi di dollari, sostenuti dalla Cina nello stato Kachin. Secondo il finanziatore della diga, la China Power Investment Corporation di proprietà della China North Industries Corporation (NORINCO), oltre il 60 per cento dei fondi, ovvero oltre 2,16 miliardi di dollari erano già stati pagati al Myanmar. Il progetto si impantanò a causa di forti proteste che non potevano essere ignorate da un governo che volesse legittimarsi agli occhi internazionali e della popolazione interna, con ciò assumendo posizioni di netto distacco dalla Giunta militare precedente. Gli stakeholder cinesi accusarono pertanto il nuovo governo di incoerenza. Lo stesso nuovo Presidente Thein Sein, Primo Ministro del Myanmar dal 2007 al 2011, aveva approvato in precedenza, quando ricopriva il ruolo di Primo Ministro, tutti gli investimenti cinesi bloccati durante questo periodo.
La diga di Myitsone e le altre sei dighe nello stato Kachin avrebbero fornito più di 10.000 MW di energia, rappresentando quindi un’incredibile risorsa in grado di soddisfare gran parte delle richieste di consumo nazionali. Ma in realtà, il 90% dell'energia sarebbe stata trasferita in Cina.
Per ridurre i boicottaggi associati agli investimenti cinesi, l'autorità cinese per gli investimenti consigliò alle imprese cinesi di formare joint-venture con altre società straniere al fine di diversificare la loro identità e ridurre i rischi in Myanmar. Si ritiene che la natura multinazionale del gasdotto sino-Myanmar abbia però solo parzialmente protetto il progetto, da pressioni e decisioni governative sfavorevoli[6]. Seguendo l'esempio, China Mobile si unì alla britannica Vodafone nell'offerta per la licenza di servizi di telecomunicazione in Myanmar, settore completamente inesistente all'inizio del 2013.
[1] Anche se significativo che gli investimenti aumentarono in concomitanza con l’ufficiale cambiamento di governo nel paese.
[2] China and Yunnan Economic Relations with Myanmar and the Kachin State: Powering the Peace Process, pagina 4
[3] Chinese Investment in Myanmar: What Lies Ahead?, Stimson, September 2013, pagina 2
[4] China and Yunnan Economic Relations with Myanmar and the Kachin State: Powering the Peace Process, pagina 5
[5] China and Yunnan Economic Relations with Myanmar and the Kachin State: Powering the Peace Process, pagina 6
[6] Chinese Investment in Myanmar: What Lies Ahead?, Stimson, September 2013, pagina 4
Bibliografia
- China and Yunnan Economic Relations with Myanmar and the Kachin State: Powering the Peace Process, John Kennedy School of Government, Harvard University, September 2012
http://themimu.info/sites/themimu.info/files/documents/Report_China_Economic_Relations_with_Myanmar_and_Kachin_Proximity_Sep_2012.pdf - Chinese Investment in Myanmar: What Lies Ahead?, Stimson, September 2013
http://themimu.info/sites/themimu.info/files/documents/Ref%20Doc_Chinese%20Investment%20in%20Myanmar_YunSunStimsonCentre_Sep13.pdf
Immagine: The Three Gorges Dam on the Yangtze River, China.
Autore:
- Source file: Le Grand Portage
- Derivative work: Rehman
CC BY 2.0
**immagine modificata per motivi grafici