L’era dei Network di Città
di Juan Felicioni
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Durante il 2020, grazie alla situazione d’emergenza causata dalla pandemia, si è consolidata la posizione di particolari organizzazioni internazionali: i Network di Città. Questi sono organizzazioni, i quali membri non sono gli Stati, ma proprio le città, rappresentate poi dai loro Sindaci e leader. Queste hanno avuto un ruolo importante nella pandemia andando a condividere best practices, idee e piani d’azione di contrasto alla diffusione del virus, ma anche per la ripresa. E lo hanno fatto con una tale forza che in molti casi le loro proposte sono state adottate poi a livello nazionale in numerosi Paesi.
La crisi generata dalla diffusione del virus può quindi essere ritenuta un punto di arrivo per tali Network in seguito ad un percorso storico che affonda le proprie radici a fine 1800, e ha mostrato una costante crescita nell’importanza di tali forme organizzative di realtà locali. Tra le prime forme nazionali ci sono la Federation of Canadian Municipalities del 1901 o la City Managers Association (network di professionisti municipali statunitensi) fondata nel 1914[1]. Il fenomeno non è però solamente di carattere americano come dimostrato dalla nascita della Arab Towns and Organization in the Middle East (1967) e il Congress of the Latin American Federation of Cities, Municipalities and Associations (1981). Vi sono forme poi continentali, come l’Eurocities, fondata nel 1986 e presieduta oggi dal sindaco di Firenze, Dario Nardella.
Con il tempo tali organizzazioni hanno valicato i confini nazionali con forza propria, sempre maggiore, e non tramite un processo top-down, raggiungendo una caratura internazionale. Uno degli esempi più interessanti è la nascita nel 1982 del Mayors for peace, un’associazione fondata dall’allora sindaco di Hiroshima Takeshi Araki, per combattere la proliferazione delle armi nucleari[2]. Ad oggi tale gruppo conta con più di 8 047 città membro, raggiungendo 165 Paesi[3]. Uno dei Network più importanti dei giorni nostri è sicuramente C40 Cities, che connette 97 tra le più grandi città al mondo per affrontare la questione climatica.
Ritagliandosi nel tempo uno spazio sempre più grande ed importante nel panorama internazionale, i Network di Città sono andati crescendo di numero, con un aumento vertiginoso tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio. Ad oggi se ne contano più di 200, come riportato dalla ricerca di M. Acuto, E, Rapoport e L. Grcheva[4].
La sempre maggiore centralità dei Network di Città è dovuta ad una progressiva riclassificazione consapevole da parte delle città delle tematiche più importanti e cruciali per il loro funzionamento. Si potrebbe dire che il turning point di questo fenomeno siano stati gli anni 2015 e 2016, con tre eventi chiave: l’elaborazione di un Obiettivo per lo Sviluppo Sostenibile nell’Agenda per il 2030 dedicato alle città, l’Obiettivo numero 11; l’intervento di Anne Hidalgo (sindaca di Parigi) nel 2015, in occasione delle negoziazioni che avrebbero poi portato alla elaborazione dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico e l’elaborazione della New Urban Agenda del 2016[5].
Key themes addressed by City Networks per period, Acuto, Rapoport, Grcheva, Leading Cities: A Global Review of City Leadership, (2019)
Questa analisi dell’evoluzione delle tematiche viene accompagnata anche dall'analisi delle sfide considerate future dai sindaci per il 2030. Le prime tre individuate da Acuto, Rapoport e Grcheva sono la mobilità e connettività urbana, i cambiamenti demografici e iniquità sociale e la pianificazione urbana[6]. La sommatoria di questi elementi sembra anticipare in qualche modo l’arrivo della pandemia del 2020.
La storia e la crescente rilevanza dei Network di Città trovano quindi, come detto precedentemente, un punto di arrivo con la pandemia da Coronavirus. Questo evento[7] ha la potenzialità per sancire definitivamente l’importanza di tali organizzazioni nel prossimo futuro, sia per la ripresa delle città, sia per una nuova concezione delle relazioni internazionali, che assisteranno al consolidamento delle realtà locali nel panorama globale: una glocalizzazione.
Bibliografia
[1] Acuto M., City Leadership in Global Governance, trattazione contenuta all’interno di Global Governance Vol.19, (2013), BRILL
[2] Ibid.
[3] http://www.mayorsforpeace.org/english/
[4] Acuto M., City Leadership in Global Governance, trattazione contenuta all’interno di Global Governance Vol.19, (2013), BRILL
[5] Ibid.
[6]Per approfondimenti sulle altre sfide vedi Leading Cities: A Global Review of City Leadership, Figura 4.1
[7] Descritto da Bill Gates come “once-in-a-century pandemic” nel New England Journal of Medicine
Immagine:
Piqsels, CC0