Il Mediterraneo è così fondamentale?
di Valerio Ambriola
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Senza pretese, questo articolo lancerà una rubrica: “Mare in Italy”. La rubrica si occuperà di analizzare il ruolo italiano nel Mediterraneo. Questi scritti nascono con spirito propositivo, al fine di raccontare il ruolo dell’Italia nel “Mare Nostrum” e di delineare quali siano le opportunità di sviluppo, quanto e dove il nostro Paese è influente e presente nella regione del Mediterraneo.
L’Italia è influente nel Mediterraneo?
Geograficamente l’Italia è posizionata al centro del Mediterraneo. Questa caratteristica ci potrebbe portare a banalizzare, così da affermare che l’Italia è ovviamente un Paese a vocazione marittima. Tuttavia, la dimensione geografica costituisce una condizione necessaria, ma certamente non sufficiente per determinare la vocazione di una nazione. In Italia – Paese praticamente privo di materie prime – si è data molta importanza al potenziale marittimo. Infatti, l’Italia è un paese a vocazione marittima non tanto per la lunghezza delle sue coste, o per il numero dei suoi porti, o le dimensioni della marina mercantile[1] o peschereccia ma quanto perché la massima parte del sistema economico italiano viene a dipendere dalla navigabilità del mare.
Il 54 % del commercio estero (240 milioni di tonnellate) avviene via mare, a fronte del 15 % che utilizza la modalità stradale. Degli oltre 90 miliardi di euro di merci importate nel 2016, oltre il 55% del valore viaggia via mare mentre, dei quasi 11O miliardi di merci esportate, circa il 45% del valore viaggia via mare. I Porti italiani sono al secondo posto in Europa per importazioni, dopo i Paesi Bassi e al quarto posto per esportazioni, dopo Paesi Bassi, Spagna e Germania. In fine, è bene aggiungere che il Mediterraneo anche se è nelle sue dimensioni circa l' 1% della superficie marittima mondiale, ospita il transito di circa il 20% del traffico marittimo mondiale, il 25% dei servizi di linea su container, il 30% dei flussi di petrolio mondiali, il 65% del flusso energetico diretto in UE [2]. Nel 2018 il valore degli scambi commerciali via mare dell’Italia è stato pari a 253,7 mld€, registrando un +6,3% sull’anno precedente. Di questi 132,5 mld€ sono in import (+8,6%) e 121,2 in export (+3,8%). Il mare assorbe il 37% del commercio italiano (Figura 2).
Figura 2 [3]
L’Italia ha la quinta flotta di bandiera[4] tra le maggiori economie riunite nel G20 (la seconda tra quelle occidentali), la leadership mondiale nel settore delle navi ro-ro – per lo più impiegate nel cabotaggio marittimo e sulle «autostrade del mare» – e la quinta flotta di navi cisterna per il trasporto di prodotti petroliferi. La nostra flotta da pesca è la seconda del Mediterraneo ed è in grande sviluppo l’acquacoltura.[5]
Questi dati ci portano a pensare, a ragione, che il settore marittimo per l’Italia è un “asset strategico”, tanto che Limes dedica un’edizione speciale del mensile uscito nell’Ottobre 2020 dal titolo “L’Italia è il Mare”[6].
Al netto di questo scenario, dunque, quali sono gli interessi strategici marittimi italiani? Ad oggi, per quello che emerge dalla letteratura, dalle riviste specializzate e dai report specialistici[7], pare chiaro che l’attenzione sia su: Zone Economiche Esclusive[8], lo sviluppo della cantieristica navale, la salvaguardia del primato nella costruzione di navi da crociera, lo sviluppo e la tutela della pesca e non per ultimo proprio la valorizzazione commerciale dei porti.
Bibliografia
[1] Per approfondire nel dettaglio le voci della marina mercantile italiana vedre pagina 53 del report di CONFITARMA,https://www.confitarma.it/wp-content/uploads/2018/07/Confitarma-2018-WEB.pdf
[2] “Geopolitica del Mare”, capitolo 4, Luca Sisto e Matteo Pellizzari, Il Ruolo dei traffici marittimi nel sistema economico nazionale, MURISA, 2018
[3] Immagine presa da: Italian Maritime Economy
[4] È da sottolineare che l’Italia è membro del Consiglio dell’Organizzazione Marittimo Internazionale ed è inclusa nel ristretto gruppo di 10 Paesi maggiormente evoluti in tema di navigazione marittima. https://www.esteri.it/mae/it/politica_estera/economia/cooperaz_econom/imo.html
[5] “Senza una regia unica per l’economia del mare, l’Italia affonda”, Luca Sisto, Limes, 11/11/20, https://www.limesonline.com/cartaceo/senza-una-regia-unica-per-leconomia-del-mare-litalia-affonda?prv=true
[6] Limes, rivista italiana di geopolitica, “L’italia è il Mare”, mensile 10/2020
[7] Uno su tutti il VII Rapporto Economia del Mare, 2019, file:///C:/Users/utente/Downloads/VIII_Rapporto_Economia-del-mare_DEFINITIVO.pdf
[8] Il 16 Giugno 2020, nell’ordinamento italiano, il concetto di ZEE. Il riferimento di legge lo si trova qui: https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1221515.pdf?_1612713435288
Immagine: Marina mercantile italiana
Wikipedia