Un paese due sistemi, prove di espansionismo
di Mattia Paterlini
Tempo di lettura 5'
Taiwan è "una questione interna alla Cina e non ammette interferenze esterne”. Così ha asserito il Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping alle celebrazioni per i 110 anni dalla rivoluzione Xinhai; che portò al crollo dell’impero ed all’istituzione della repubblica.
"Il secessionismo di Taiwan è il più grande ostacolo alla riunificazione nazionale, una seria minaccia al ringiovanimento nazionale. Chiunque voglia tradire e separare il Paese sarà giudicato dalla storia e non farà una buona fine", ha aggiunto Xi, assicurando con toni perentori che "la riunificazione completa del nostro Paese ci sarà e potrà essere realizzata”.
L’accomodamento della questione taiwanese "è determinata dalla tendenza generale della storia cinese, ma, cosa più importante, è la volontà comune di tutto il popolo cinese. La riunificazione nazionale con mezzi pacifici serve al meglio gli interessi della nazione cinese nel suo insieme, compresi i connazionali di Taiwan", ha proseguito il leader cinese. "I compatrioti su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan dovrebbero stare dalla parte giusta della storia e unire le mani per ottenere la completa riunificazione della Cina e il ringiovanimento della nazione cinese", ma coloro che dimenticano la loro eredità, "tradiscono la loro madrepatria e cercano di dividere il paese, non avranno una buona fine", ha proseguito Xi, aggiungendo che saranno disprezzati dalla gente e condannati dalla storia. "Nessuno dovrebbe sottovalutare la determinazione, la volontà e la capacità del popolo cinese nel salvaguardare la sovranità e l'integrità territoriale", ha messo in guardia il presidente.
In altri termini la Cina considera Taiwan alla stregua di un territorio nazionale, come si evince dal discorso di Xi, il quale chiama connazionali tanto gli abitanti della terra ferma quanto quelli di dell’isola. Mentre Taiwan si considera sovrana dal 1949, anno nel quale Chiang Kai-shek si rifugiò sull’isola a seguito della vittoria del Partito Comunista Cinese (PCC) sul territorio continentale. La questione venne liquidata dal PCC nel 1979 grazie all’ideazione da parte del presidente Deng Xiaoping della politica del “un paese due sistemi”. Politica ribadita dall’attuale presidente Xi che assume a livello internazionale l’inesistenza di tali conflitti riguardo l’esistenza giuridica dei territori contesi tra Pechino ed i separatisti. Pertanto nei decenni trascorsi il continente si è sempre limitato ad asserire l’inesistenza dell’indipendenza politica dell’isola, che dal canto suo vede il riconoscimento internazionale da parte di solamente quindici stati.
Tuttavia oggi il vento ha cambiato direzione, ciò dato da diversi fattori. Anzitutto la manifesta volontà della Cina continentale di ergersi a potenza regionale se non a superpotenza globale. Ciò evidenziato dal forte espansionismo, e dalle rivendicazioni promosse dalla Repubblica Popolare Cinese (RPC), sul Mar Cinese Meridionale; che se raggiunte porterebbero il paese al controllo dell’intero specchio d’acqua. Il quale è una via marittima fondamentale per il commercio est-ovest verso i paesi asiatici ed i porti della costa orientale americana, motivo per il quale la Cina spera di poter imporre le proprie mire su tale porzione di mare al fine di esigere, probabilmente, dazi sul passaggio delle merci - istituendo una vera e propria Zona Economica Esclusiva (ZEE) oltre che il controllo del naviglio passante per tale tratto marino.
Il controllo economico passa per la forza militare, verso la quale Pechino spende sempre più risorse al fine di ammodernare ed ampliare la flotta per renderla competitiva rispetto alle flotte occidentali. In quest’ottica il il Presidente Xi ha varato tre nuovi vascelli il 23 aprile 2021, consegnati al People’s Liberation Army Navy (PLAN). Tuttavia nulla in confronto alla nuova portaerei in fase di costruzione nel cantiere navale di Jiangnan Shipyard in Shanghai, codice Type-003; la cui stazza si prevede sarà comparabile alla classe delle super-portaerei USS Kitty Hawk.
Tuttavia le mire espansionistiche della Cina devono passare inevitabilmente dalla risoluzione dei cosiddetti problemi interni. Riconosciuti anzitutto nel superamento della filosofia del “un paese due sistemi” che vuole riunire sotto il controllo politico di Pechino Hong Kong, Macao e inevitabilmente Taiwan. Le prime mosse, per tastare il terreno dell’opinione pubblica internazionale, e le sue risposte, si sono viste a cavallo dell’anno 2019-2020 a Hong Kong. Dove Pechino inizio a mostrare ingerenza nelle questioni politico-giuridiche interne della Città-Stato, mostrando così una forte volontà anticipazione del rientro della suddetta nel novero delle responsabilità della RPC.
Oggi il problema si presenta strategicamente più serio in quanto Pechino punta direttamente all’annessione di Taiwan, come testimoniato dal discorso di Xi. La quale rappresenta il più importante e vicino baluardo occidentale sulle coste cinesi. Queste nuove prove di espansione vengono testimoniate dalla ripetuta violazione dell’Air Defence Identification Zone (ADIZ), dove da gennaio ai primi di ottobre sono stati oltre 600 gli aerei cinesi a violarne gli spazi, più del doppio rispetto al totale dell’anno precedente. Gli stormi, formati sia da caccia multi-ruolo J-16, SU-30; bombardieri H-6 e aerei da trasporto tattico Y-8, pur non essendo mai entrati all’interno dello Spazio Aereo Nazionale (SAN) mostrano chiaramente le intenzioni e le capacità dell’aeronautica cinese. Che sta altresì ammodernandostrutture aeroportuali già esistenti sulle coste continentali affacciate sull’isola. Oltre ciò Pechino ha mandato in onda, su canali televisivi nazionali, le capacità del People’s Liberation Army (PLA) di utilizzare navi RORO per compiere uno sbarco sull’isola utilizzando anche mezzi civli al fine di accelerare l’operazioni militare.
Tali prove di espansionismo e dimostrazioni di forza hanno suscitato un certo grado di terrore sull’isola tra l’opinione pubblica alla possibilità di essere invasi dall’esercito continentale. Paura ben rappresentata da una serie di immaginipubblicate sul Global Times, da individui definiti da Xi Jinping “traditori della madrepatria” nel suo discorso alla nazione.
L’occidente non è ovviamente rimasto a guardare in silenzio, oltre all’alleanza AUKUS improntata sulla protezione degli interessi nel Mar Cinese Meridionale, le movimentazioni militari sono aumentate sensibilmente nello stretto di Taiwan. Come riportato dalla CNBC durante la seconda settimana di ottobre la flotta americana assieme a quella canadese è passata per lo stretto di Taiwan, rivendicando quindi l’internazionalità di tali acque, come altresì il supporto al governo Taiwanese. Azione che va ad aggiungersi alla navigazione compiuta in settembre da parte della Britain’s aircraft carrier strike group nello stesso tratto di mare.
Le azioni di supporto non sono state solo dimostrate da queste rapide, seppur significative, incursioni navali. Come riportato dal Wall Street Journal, a riprova dell’importanza dell’isola per gli occidentali, pare stranamente casualmente che a seguito dei fatti accaduti ad Hong Kong gli Stati Uniti abbiano inviato forze speciali e Marines ad addestrare truppe dell’isola. Le quali si presume siano quindi ora addestrate ad affrontare una concreta invasione terrestre del loro territorio nazionale.
Tutti questi eventi sono chiari segnali di un’evidente, ulteriore, escalation diplomatico-militare tra i due blocchi contrapposti, quello anglofono e quello cinese. Attualmente è possibile solamente constatare che stia avvenendo un’incrinazione dell’equilibrio di potenza internazionale. Tuttavia al momento la mutua deterrenza nucleare e le superiori capacità balistiche appena mostrate dalla Cina sembrano rimandare a data da destinarsi qualsiasi concreto conflitto armato. Il che non impedirà tuttavia nell’immediato futuro un’aumento delle tensioni nei mari locali fintanto che le potenze in gioco non avranno terminato di mostrare i loro muscoli d’acciaio ai corrispettivi rivali.
Immagine: Flags of China, Taiwan and Hong Kong
Autore: Patara
CC 0