Le relazioni tra Italia e Stati Uniti 40 anni dopo la crisi di Sigonella
di Gabriele Ceraso
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A partire dagli anni successivi alla Seconda guerra mondiale le relazioni tra Italia e Stati Uniti sono diventate sempre più solide, fa eccezione la crisi di Sigonella, probabilmente la crisi diplomatica più significativa tra i due stati negli ultimi 80 anni.
La vicenda ha inizio il 7 ottobre 1985, giorno in cui 4 terroristi palestinesi si imbarcarono con documenti falsi sulla nave da crociera italiana “Achille Lauro” in acque egiziane. L’obiettivo iniziale era raggiungere ed attaccare il porto di Ashdod in Israele, ma una volta scoperti dai membri dell’equipaggio scelsero di sequestrare la nave. A bordo erano presenti più di 400 persone. Dopo diverse ore i sequestratori si dichiararono membri del Fronte per la Liberazione della Palestina (FLP), organizzazione politica palestinese fondata nel 1961 e ancora esistente ai giorni nostri, si misero in contatto con le autorità per comunicare che se non fossero stati liberati 50 detenuti palestinesi in Israele, avrebbero iniziato ad uccidere i passeggeri a bordo.
Il governo italiano, guidato dal socialista Bettino Craxi, scelse di attivarsi immediatamente, dato che i fatti si stavano svolgendo a bordo di una nave italiana, quindi su territorio italiano. Craxi offrì ai dirottatori la possibilità di riparare in un paese arabo, a condizione che non fossero stati commessi crimini sulla nave.
La sera stessa, il Ministro degli esteri Giulio Andreotti chiamò il leader palestinese Yasser Arafat, il quale negò il suo coinvolgimento e mise a disposizione due mediatori per risolvere la crisi, uno di questi era Abu Abbas, fondatore e capo del Fronte per la Liberazione della Palestina. Andreotti contattò anche il governo egiziano e tunisino, entrambi assicurarono la massima disponibilità ad aiutare l’Italia nel risolvere la questione.
A mezzanotte si attivò l’esercito italiano, nell’ipotesi che ci fosse la necessità di un intervento armato per recuperare l’Achille Lauro. L’ammiraglia Vittorio Veneto si avvicinò all’Egitto, mentre da Livorno partirono 4 elicotteri con a bordo 60 paracadutisti, diretti verso la base inglese della Royal Air Force di Akrotiri a Cipro. Il Regno Unito aveva autorizzato l’uso della base per tutte le operazioni necessarie alla liberazione della nave.
L’8 ottobre la situazione precipitò pericolosamente, Leon Klinghoffer, cittadino statunitense sessantanovenne di religione ebraica, disabile in sedia rotelle, fu ucciso con due colpi d'arma da fuoco e gettato in mare dai quattro sequestratori. Il delitto inizialmente fu tenuto nascosto al governo italiano, la notizia venne poi diffusa il 10 ottobre 1985, con il rientro della nave a Porto Said in Egitto.
La vicenda si infiammò dal momento che Klinghoffer era un cittadino statunitense e gli USA rivendicarono la propria giurisdizione nella questione, dichiarando l’intenzione di arrestare e processare i quattro terroristi palestinesi.
Comunque dall’Egitto si decise di trasferire il prima possibile i 4 palestinesi a Tunisi, dove aveva sede l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). La sera del 10 ottobre 1985 un aereo egiziano lasciò il Cairo per raggiungere la Tunisia. A bordo erano presenti i 4 dirottatori palestinesi, alcuni funzionari egiziani, 10 militari, il leader del Fronte per la Liberazione della Palestina Abu Abbas e il diplomatico e politico palestinese Hani al-Hassan.
Durante il volo due F-14 americani intercettarono l’aereo egiziano e lo costrinsero ad atterrare nella base NATO di Sigonella, in Sicilia, dove atterrarono senza autorizzazione anche due aerei da trasporto militare della Delta Force. La scelta di Sigonella non fu casuale, gli USA ritenevano infatti che non avrebbero potuto ottenere l'autorizzazione ad atterrare negli aeroporti di Creta e Cipro, mentre le basi USA nel Regno Unito erano considerate troppo lontane per l'autonomia dell’aereo egiziano. Il governo italiano non fu però interpellato dagli Stati Uniti.
Nella notte tra il 10 e l'11 ottobre 1985, scoppiò la crisi diplomatica: l’aereo egiziano, atterrato a Sigonella, venne circondato da 20 Carabinieri italiani e 30 avieri in servizio di leva della Vigilanza Aeronautica Militare, ma attorno al cordone italiano, se ne creò un altro, composto da 50 militari USA della Delta Force. Una contrapposizione tra due storici alleati occidentali senza precedenti.
Il governo Craxi pretendeva che i terroristi fossero giudicati in Italia con un regolare processo, per poi decidere eventualmente se estradare i dirottatori negli USA. Gli statunitensi consideravano la vicenda come un’operazione di polizia internazionale, non riconoscendo la priorità dell’ordinamento giuridico italiano e rivendicando la propria autorità ad intervenire dopo l'uccisione di un proprio cittadino.
All’alba dell’11 ottobre, il Presidente statunitense Ronald Reagan telefonò a Bettino Craxi, riconoscendo la posizione italiana: i militari americani non avrebbero potuto arrestare i dirottatori, poiché i reati erano stati commessi su una nave italiana e dunque sotto giurisdizione dell’Italia. Reagan annunciò però l’intenzione del suo governo di chiedere l’estradizione dei quattro palestinesi, ricordando il trattato in vigore tra i due Paesi.
Dopo il ritiro delle truppe statunitensi, il governo italiano dispose il trasferimento dell’aereo egiziano all’aeroporto di Roma-Ciampino, scortato da caccia italiani. Pochi minuti dopo, da Sigonella decollò un F-14 americano nel tentativo di intercettarlo, ma fu dissuaso dall’Aeronautica Militare.
I quattro dirottatori palestinesi furono processati e condannati in Italia a pene tra i quindici e i trent’anni di carcere. Diversa la sorte di Abu Abbas, considerato dagli Stati Uniti il mandante del dirottamento, ma da Roma visto come un mediatore utile alla soluzione pacifica della crisi. Giunto a Ciampino, il 12 ottobre fu imbarcato su un volo di linea jugoslavo e lasciò il Paese. Nell’estate del 1986 la magistratura italiana lo condannò comunque all’ergastolo in contumacia.
Nel 2003 Abu Abbas venne catturato in Iraq dalle forze americane; l’Italia ne chiese l’estradizione, ma il Pentagono comunicò che era morto in custodia per cause naturali. L’episodio chiuse definitivamente la vicenda iniziata quasi vent’anni prima. Già nel 1985, dopo la crisi, Reagan aveva espresso irritazione per la decisione italiana di lasciare partire Abbas, ma in seguito inviò a Craxi una lettera informale invitandolo a Washington per riallineare i rapporti bilaterali e riconoscere la fermezza con cui l’Italia aveva gestito la crisi.
In Italia, gli eventi di Sigonella suscitarono vivaci polemiche politiche, con ripercussioni anche all’interno della maggioranza di governo. Il Ministro della Difesa e segretario del Partito Repubblicano Italiano, Giovanni Spadolini, fu di fatto escluso da Craxi nella gestione di una vicenda che rientrava nelle competenze del suo dicastero. Spadolini e i repubblicani sostenevano una linea marcatamente filo-occidentale e filo-israeliana, in contrasto con l’approccio più equilibrato e sensibile alla causa palestinese adottato da Craxi e Andreotti. Nonostante le tensioni, il governo restò in carica e riuscì anzi a ottenere il sostegno del principale partito di opposizione, il Partito Comunista Italiano, che riconobbe la legittimità della posizione assunta a difesa della sovranità nazionale.
La crisi di Sigonella segnò uno spartiacque nelle relazioni tra Italia e Stati Uniti, ma non danneggiò il legame. L’Italia si qualificò quindi come un attore che rivendica la propria sovranità anche all’interno dell’alleanza atlantica.
Dopo 40 anni, la relazione tra Italia e Stati Uniti è cambiata, evolvendo su vari piani.
L’Italia rimane un alleato strategico degli Stati Uniti all’interno della NATO; nel comunicato congiunto del 18 aprile 2025 tra gli USA e l’Italia, si sottolinea l’intenzione di rafforzare la cooperazione in difesa, tecnologia militare e catene industriali transatlantiche; i flussi di investimento reciproci sono cresciuti, oggi gli Stati Uniti sono il principale investitore non-europeo in Italia e nel 2024/25 è stata lanciata l’iniziativa “Italy‑US Tech Business & Investment Matching Initiative”, rivolta a potenziare cooperazione industriale e tecnologica tra i due Paesi. Tuttavia, persistono tensioni commerciali, nel 2025 Bruxelles e Roma si sono trovate in contrasto con Washington sui dazi e sulle importazioni, segnalando che il commercio USA-Italia è vulnerabile a misure protezionistiche.
Con la guerra in Ucraina e la ridefinizione delle filiere energetiche europee, gli USA e l’Italia hanno rafforzato un accordo per l’esportazione di gas naturale liquefatto statunitense (LNG) all’Italia come parte della diversificazione energetica europea. Pur essendo alleati stretti, l’Italia ha affermato una maggiore autonomia nella sua politica estera, come nella gestione delle basi militari, nella cooperazione mediterranea, in modo da non essere semplicemente “un satellite” degli USA.
L’Italia funge spesso da ponte tra Nord America, Europa e Mediterraneo, contribuendo anche agli equilibri regionali che interessano gli USA. L’Italia vuole essere un partner affidabile degli USA, ma cerca anche di tutelare i propri interessi nazionali e quelli europei. Ciò richiede fine diplomazia e gestione degli inevitabili punti di contesa. La cooperazione tecnologica e di difesa richiede che Italia e USA coordinino normative, catene produttive sensibili in un contesto geopolitico complesso.
Il fatto che la crisi di Sigonella sia ancora ricordata sottolinea che quell’episodio è segno della consapevolezza italiana del proprio ruolo internazionale e funge da monito per ricordare che anche all’interno di un’alleanza forte ogni paese deve rivendicare visibilità e responsabilità.
Bibliografia
- Caligiuri Mario (a cura), 2011. Cossiga e l’intelligence. Catanzaro: Rubbettino.
- Pombeni Paolo (a cura), 2021. Storia dei partiti italiani. Bologna: Il Mulino.
Varsori Antonio e Acquaviva Gennaro (a cura), 2022. Craxi e il ruolo dell’Italia nel sistema internazionale. Bologna: Il Mulino.
Sitografia:
- Brugnoni Sara (a cura), 2025. La ricostruzione della crisi di Sigonella, quando il governo italiano sfidò gli Stati Uniti 40 anni fa. Geopop.it
- Giannantoni Max e Spampinato Nino, 2025. Rotta di collisione, lo speciale di Sky TG24 sul dirottamento della nave Achille Lauro. Sky.it
- Italy-US have strong-enduring partnership Rubio tells Tajani - General News - Ansa.it
- United States - Italy Joint Leaders’ Statement - The White House – whitehouse.gov
- Italy-USA Relations: United States Leads as Italy’s Top Non-European Investor-Intesa Sanpaolo.com
- Launching the “Italy – US Tech Business & Investment Matching Initiative”-ambwashingtondc.esteri.it
- Italy, US agree to boost LNG ties and infrastructure investment-Reuters.com
Naval Air Station Sigonella, Sicily (Mar. 25, 2003) -- Sicily's volcano, Mt. Etna, is the backdrop for a U.S. Air Force C-5 "Galaxy" and the air terminal of Italian Air Force base, and Naval Air Station (NAS) Sigonella. NAS Sigonella provides logistical support for Sixth Fleet and NATO forces in the Mediterranean Sea. U.S. Navy photo by Photographer's Mate 2nd Class Damon J. Moritz. (RELEASED)
U.S. Navy photo by Photographer's Mate 2nd Class Damon J. Moritz.
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