Le Donne al Servizio del Patriarcato
di Valerio Ambriola
Tempo di lettura 3'
Il più grande ostacolo che un uomo affronta scrivendo di tematiche femminili è quella del mansplaining (1). Vorrei evitarlo, spero di essere culturalmente solido seppur nella brevità dell’articolo.
La necessità di scrivere del rapporto tra potere e donne nasce da una provocazione lanciata al blog: tra le prime 50 persone più ricche del mondo ci sono solo 10 donne e praticamente tutte hanno ereditato dai padri. Cosa è successo? Qual è la relazione tra patriarcato e capitalismo? Una femminista contemporanea, per essere tale, deve essere anticapitalista? Le risposte sono state varie, non tutte concordi. Da quella discussione ho pensato di affrontare il tema delle donne al servizio del patriarcato. È possibile?
Sì, essere donna non vuol dire essere femminista e non è una contraddizione in termini in quanto il femminismo si batte per la parità non per un dominio sessista, non è il rovescio della medaglia del maschilismo (2).
Per esempio, la Germania è un paese a forte trazione femminile nelle sue istituzioni: La Bundesrepublik fino al 2021 sarà governata da Angela Merkel, l’Unione Cristiano Democratica è presieduta da Annegret Kramp-Karrenbauer; la segretaria del SPD è Andrea Nahles, la Linke è presieduta da Katja Kippi.
Tuttavia, il governo ha come membri 7 donne e 9 uomini, il parlamento tedesco è rappresentato dal 37% di donne e il 63% di uomini, l’istituto “Statista” denuncia che solo il 22,5% delle donne ricoprono ruoli dirigenziali nell’intera società tedesca, nelle prime 30 società dell’indice Dax di Francoforte la presenza femminile è pari al 13%; nei 200 consigli di amministrazione che compongono il settore manifatturiero tedesco le donne sono l’8% (3).
Il Gender Equality Index (GEI) assegna alla Germania 66.9 punti, la media Europea è 67,4 (4). Mentre altri paesi a “trazione femminile” dimostrano di essere più o meno dei punti di riferimento (5) sulle politiche di genere la Germania fatica. Perché?
Il conservatorismo è la linfa vitale del capitalismo, il capitalismo si fonda su logiche patriarcali, in un paese governato per 15 anni di seguito dalla dottrina conservatrice liberale sarebbe poco lucido aspettarsi realtà differenti. Il genere o la provenienza sociale non è in alcun modo una garanzia politica, crederlo è cadere nella trappola conservatrice.
La dimostrazione di questa contraddizione prende forma in persone come Angela Merkel, Margaret Thatcher o Christine Lagarde (la sola delle tre che si autodefinisce femminista) (6), dobbiamo inserire queste figure in un movimento reazionario, tossico per la quarta ondata femminista, conosciuto come femminismo d’élite o “self-empowerment” (7).
La chimera del self-empowerment, come baluardo del femminismo, si basa sulla realizzazione individuale di una singola donna e non una ricerca della parità collettiva, non è la vittoria della battaglia femminista ma l’emblema dell’individualismo, cioè, la caratteristica tipica del capitalismo.
Quindi quando una di queste “sedicenti femministe” otterrà una posizione di potere tutelerà l’élite non punterà alla parità di genere come l’esperienza tedesca ci insegna.
Vorrei infatti sottolineare come l’attenzione non debba essere diretta verso sia chi detiene il potere ma come quel potere viene usato, come fa notare l’attivista femminista Jessa Crispin: “se – questo potere – è solo per ottenere soldi e posizione, per declinare al femminile il capitalismo maschile, allora di femminismo non ha nulla, e non cambierà nulla” (8).
Dunque, il capitalismo e il femminismo sono contrapposti, le interpretazioni femministe del capitalismo tendono a misurare le catene dell’ineguaglianza accontentandosi di avere catene più lunghe di altri, invece, il femminismo nasce per spezzare quelle catene.
Credo, per concludere, come sottolinea Amartya Sen: “l'intera questione del femminismo è anche una questione di umanità".
BIBLIOGRAFIA
(1) https://www.ilpost.it/2016/11/21/mansplaining/
(2) si veda, Parità in pillole, Irene Facheris, Rizzoli, 2020
(3) https://ilmanifesto.it/germania-la-parita-di-genere-e-lontana-nonostante-le-signore-della-politica/
(4) https://eige.europa.eu/gender-equality-index/2019
(5) https://www.agi.it/fact-checking/donne_leader_governo_mondo-6716203/news/2019-12-11/
(7) Why I Am Not a Feminist: A Feminist Manifesto, Jessa Crispin, 2017
LETTURE
https://www.ingenere.it/sites/default/files/ricerche/ge_law_33_european_countries_2015_en_0.pdf
Parità in pillole, Irene Facheris, Rizzoli, 2020
Manuale per ragazze rivoluzionarie. Perché il femminismo ci rende felici, Giulia Blasi, Rizzoli, 2018
https://library.fes.de/pdf-files/bueros/rom/12586.pdf
https://scholar.harvard.edu/sen/filter_by/articles/gender-family-and-feminist-economics
FOTO
Mercosur and European Union leaders gathered during a press conference in Osaka, Japan on June 29, 2019 | Autore: Alan Santos
PR CC BY