La nuova guerra economica legata all’energia. Scenari e conseguenze.
di Marita Langella
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Il professore Philippe Le Billon descrive l'economia di guerra come: "un sistema di produzione, mobilitazione e allocazione di risorse per sostenere la violenza", che si traduce per uno Stato in tempi di sforzo bellico, nella capacità di pianificazione economica, razionamento e coscrizione per la difesa civile. Per dirla in termini più semplici, è lo Stato che pianifica a livello centrale cosa produrre, restringendo così l'economia di mercato e convogliando le risorse come materie prime, energia e forza lavoro per finanziare la produzione militare.
Ora che da più parti arriva l'allarme sulle conseguenze che la guerra in Ucraina avrà per l'Italia in termini di sanzioni alla Russia e sulle ricadute interne al nostro sistema, ritorna il problema connesso alla globalizzazione. Le imprese sono in difficoltà, i consumatori vittime di accaparramenti e speculazioni e i risparmiatori spaventati, mentre l'inflazione in Europa sfiora il 6%, causa diretta di catene di distribuzione interrotte. Dopo una tendenza agli incentivi volti a delocalizzare le produzioni e cessare alcune coltivazioni domestiche negli anni, le misure prese contro la Russia aprono adesso scenari preoccupanti per alcuni settori produttivi.
Il 19% del grano e dei cereali e l'80% dell'olio di girasole vengono da Ucraina e Russia, perciò è subito scattato l'allarme delle aziende italiane che necessitano di queste materie prime per i loro prodotti, quando avranno esaurito le scorte. Sulla tenuta economica pesa, inoltre, l'aggravante che questa guerra arriva in un momento in cui gli Stati non sono ancora usciti del tutto dalla recessione causata dal Covid-19, con contraccolpi principalmente su gas e petrolio ma anche su export, banche, manifattura, turismo e trasporti. E se non possiamo forse ancora parlare di scivolamento in un'economia di guerra, di sicuro si tratta di nuova emergenza sul piano oltre che della strozzatura di offerta, una sorta di stagflazione, ma anche in termini di assetti geopolitici e di "confrontation" tra potenze sul piano militare, economico e culturale. "Niente allarmi, l'Italia continua a crescere anche se rallenta e ci stiamo attrezzando per affrontare i rincari dei prezzi con una prima tranche di aiuti", ha dichiarato il premier Draghi, che postula la necessità di arrivare preparati ad affrontare scenari futuri incerti. Per ora sul tavolo ha posto il taglio delle accise su benzina e gasolio per alcuni mesi, con effetti sul raffreddamento dei prezzi.
Il mondo imprenditoriale intanto chiede sostegno urgente alla politica per le imprese che si occupano di trasporto merci, edilizia, manifattura, oltre che per il settore turistico, sostenendo che per alcune di quelle che producono ceramica e carta, ci sarebbe stata già una battuta di arresto. Lo shock esterno che si sta abbattendo con ripercussioni più o meno forti sul sistema economico, pur non pregiudicando il mercato che continua a funzionare, necessita però di manovre per adattarsi, come accaduto per la pandemia e proprio come accadrebbe per una "carestia".
Ad iniziare dalla dipendenza di energia da fonti straniere, in particolare per l'Italia dal gas russo, che richiede tempi lunghi per la diversificazione, con il rischio che molte fabbriche e servizi saranno costretti a chiudere temporaneamente per gli alti costi energetici. Questo potrebbe dover attivare la Cassa integrazione per i lavoratori e la sussistenza delle imprese. E poi diventerà cruciale da ora in avanti il tema delle scorte, per aumentare gli stoccaggi di materie prime e altre forniture, ma che dovrà necessariamente essere affrontato e gestito oltre i confini nazionali, visto che tutti i Paesi occidentali stanno spingendo in questa direzione.
Senza dover entrare in un’economia di guerra, la politica dei razionamenti di beni ed energia viene adottata quindi ogni volta che una risorsa è scarsa, come l'acqua in siccità che è razionata perché poca. Quello che è certo è che occorrerà trovare soluzioni condivise in ambito europeo, superando la babele di lingue, interessi ed egoismi, per rispondere agli squilibri economici e alla povertà che aumenterà nei Paesi sviluppati, con un'adeguata unità politica che ad oggi purtroppo ancora manca.
Bibliografia
- Iltempo.it
- La repubblica (di Valentina Conte)
Immagine: Flag colors.jpg
Descrizione: This photo taken on road. It is pure Ukraine nature and this is are colors of our flag! The sky and wheat field are ours!"
Autore: Dobrych
CC BY-SA 2.0
**immagine ritagliata per motivi grafici